Negli ultimi anni il fenomeno del dumping contrattuale si è trasformato in una minaccia concreta non solo per i lavoratori, ma anche per le organizzazioni sportive che operano in modo corretto e rispettoso delle regole. La diffusione dei cosiddetti “contratti pirata”, firmati da enti privi di reale rappresentatività, sta erodendo le tutele garantite dal CCNL Sport e generando condizioni di concorrenza sleale che danneggiano l’intero comparto.
La Confederazione dello Sport sottolinea l’urgenza di valorizzare e rafforzare l’applicazione del CCNL come unico contratto di riferimento per chi rispetta la legalità. È necessario contrastare la proliferazione di accordi non rappresentativi, che riducono i diritti dei lavoratori e indeboliscono le imprese virtuose, e avviare con le istituzioni un dialogo serrato affinché strumenti di controllo e sanzione diventino più efficaci e tempestivi.
Per dumping contrattuale si intende l’applicazione di contratti che non siano sottoscritti da organizzazioni sindacali realmente rappresentative, che prevedano condizioni economiche e normative inferiori al CCNL e che comprimano salari, welfare e contributi previdenziali. Queste pratiche svalutano il lavoro, aumentano l’insicurezza contrattuale e compromettono la qualità dell’offerta sportiva.
Il CCNL Sport rappresenta un pilastro per la tutela dei lavoratori, garantendo retribuzioni minime, diritti normativi, previdenza e formazione. Eppure, sempre più spesso, enti e associazioni scelgono contratti alternativi siglati da sigle prive di legittimazione, con il risultato di produrre gravi disparità economiche e contrattuali tra lavoratori che svolgono le stesse mansioni, oltre a indebolire il sistema di welfare e di contribuzione.
Le conseguenze sono evidenti: stipendi più bassi e minori diritti per i lavoratori, concorrenza sleale per le organizzazioni virtuose, perdita di attrattività per i professionisti qualificati e un rischio concreto di deterioramento della credibilità del sistema sportivo nazionale.
Per fermare questa deriva, la Confederazione propone interventi mirati: criteri più stringenti per la rappresentanza sindacale, controlli rafforzati, sanzioni per chi non applica il CCNL, esclusione dai fondi pubblici per chi utilizza contratti non riconosciuti, maggiore trasparenza con un registro nazionale dei contratti e un aggiornamento costante del CCNL per affrontare le sfide legate a digitalizzazione, sostenibilità e nuove competenze. Centrale, inoltre, la costruzione di un patto istituzionale che coinvolga Governo, Regioni, federazioni, sindacati e datori di lavoro, in un fronte comune a difesa della dignità del lavoro sportivo.
“Il dumping contrattuale – dichiara la Confederazione – rappresenta una sfida decisiva per il futuro del nostro settore. Applicare il CCNL Sport non è un mero adempimento burocratico, ma un atto di responsabilità verso la legalità, la professionalità e la sostenibilità dello sport italiano.”